Trifone Gargano è professore presso l'Università degli Studi di Bari, con l'insegnamento «Lo Sport nella Letteratura», e insegna «Linguistica italiana» presso il Corso di Laurea Magistrale in «Scienze della Mediazione Linguistica» a Foggia. Docente a contratto di «Letteratura italiana» presso la «Pontificia Università Urbaniana» (Roma). Ha insegnato «Didattica della lingua italiana» per l'Università di Foggia, e «Storia della lingua italiana» presso l'Università di Stettino (Polonia). Docente di liceo, è autore di numerose pubblicazioni e collabora con la Enciclopedia Treccani, con il quotidiano «l'Attacco» di Foggia, e con diversi blog letterari. Realizza lezioni-spettacolo sui Classici della Letteratura italiana, ed è commentatore televisivo e radiofonico.

Dottore di ricerca in «Filologia, Letteratura, Tradizione», e docente formatore esperto, con particolare riguardo alle innovazioni metodologico-didattiche. Ha pubblicato saggi e testi scolastici; e ha curato l'edizione divulgativa di alcuni Classici italiani (Dante, Rodari, Leopardi, Collodi, Calvino, Manzoni, Ariosto ...), con l'idea di promuovere la lett-erat-ura tra i giovani, utilizzando entrambi i vettori, quello cartaceo e quello digitale.

È stato DocenteTutor nei corsi di abilitazione all'insegnamento, presso la SSIS- Puglia, e, successivamente, in quelli per il TFA, sempre in qualità di esperto di didattica disciplinare e multimediale. Ha progettato e realizzato learning object per la piattaforma ministeriale INDIRE.

Si definisce «survivor», sopravvissuto, cioè, a un tumore all'intestino, giudicato, all'inizio, con rischio morte 100%, che gli ha permesso di scendere all'Inferno, per affrontare interventi chirurgici, chemio e radioterapia, e anni ...e anni di riabilitazione. Ha sempre espresso sentimenti di gratitudine nei confronti dei medici, degli infermieri, degli amici, degli studenti, dei colleghi, dei familiari, e della stessa malattia, che, a vario titolo, e con diverso impegno e affetto, gli hanno permesso di restare, per qualche altro tempo ancora, qui, su questa terra, per continuare, cioè, a vivere gli affetti, le passioni, e i progetti lavorativi, che hanno sempre dato senso alla sua vita, e alla vita di ciascuno di noi.